domenica 5 giugno 2016

SE VUOI VEDERE UNA BALENA

Julien Fogliano e Erin E. Stead, Babalibri


ALL'OCCHIO: quello che vedi non è quello che senti...
AL TATTO: liscio e fresco, come una balena?


Ho scoperto che nella scuola di tanti anni fa, le maestre
disponevano di molti modellini di animali, per mostrare agli studenti le specie sconosciute.
Quando si leggeva Pinocchio,
nessun bambino sapeva cosa fosse una balena: non l'avevano mai vista,
forse non l'avevano neanche sentita nominare prima.


Sarà per questo che ancora oggi questi animali ci affascinano così tanto e
 gli albi illustrati sono ricchi di storie sulle balene?


Allora ragazzi: cosa bisogna fare per vedere una balena?
Innanzi tutto qual'è il materiale essenziale:
"se vuoi vedere una balena ti servirà una finestra
e un oceano"
"se vuoi vedere una balena ti servirà una poltrona non troppo comoda
e una coperta non troppo morbida
perché gli occhi sonnolenti non vedono balene
e le balene non aspettano di essere viste"


Ma soprattutto ti servirà del tempo
per aspettare
e per guardare.


A quanto si legge in questo libro
se vuoi vedere una balena
devi davvero evitare le rose (o gli hibiscus)
con i loro colori e il loro profumo,
sono così belle e fresche che possono distrarti!


Non puoi neanche perdere tempo 
ad ammirare cose piccole e verdi tra le foglie:
"non potranno mai essere enormi come una balena".



Di soffermarsi sulle barche aspettando dei pirati 
non se ne parla nemmeno!


Né di guardare le nuvole,
non dovresti nemmeno se hanno la forma di una balena.

Allora cosa bisogna fare se vuoi vedere una balena?


A me è venuta una gran voglia di vedere una balena!
Però, intanto che aspetto,
questo libro mi ha messo anche una gran voglia di
 vedere le rose
e i pirati
e le nuvole...


Forse basta essere curiosi per vedere una balena,
così quando passa siamo pronti!

sabato 21 maggio 2016

MENTRE TUTTI DORMONO

Astrid Lindgren & Kitty Crowther, Il gioco di leggere


ALL'OCCHIO: silenzioso come la neve,
quieto come il sonno, illuminato da una lanterna.
AL TATTO: liscio e fresco come l'aria gelata del bosco.


E' notte, una notte terribilmente gelida
e la vecchia fattoria si trova nella solitudine del bosco.
Nessuno sa chi abbia costruito quella casa.
Tutti dormono.
"E' una di quelle notti in cui le persone si rintanano
al caldo delle loro piccole case e fanno in modo
che il fuoco del focolare resti sempre acceso".


Eppure non c'è un istante di paura o di brivido
nel leggere questa storia così delicata.
Tutti dormono, tranne qualcuno: il tomte.
"Il piccolo gnomo guardiano della fattoria".


E' uno gnomo vecchissimo, che si alza solo quando tutti dormono:
è il guardiano della fattoria e controlla gli animali, 
controlla il sonno sereno dei bambini.
Come sarebbe bello se una volta i bambini si svegliassero 
e potessero parlare con lui, 
comprenderebbero la sua lingua!
Anche se cammina da solo a piccoli passi silenziosi
il tomte è sempre sorridente.


Questo albo mi ricorda la poesia di Giovanni Pascoli, I due orfani:

«Fratello, ti do noia ora, se parlo?»
«Parla; non posso prender sonno.» «lo sento
rodere appena...» «Sarà forse un tarlo...»
«Fratello, l'hai sentito ora un lamento
lungo nel buio?» «Sarà forse un cane...»
«C'è gente all'uscio...» «Sarà forse il vento...»
«Odo due voci piane piane piane...»
«Forse è la pioggia che vien giù bel bello».
«Senti quei tocchi?» «Sono le campane».
 «Suonano a morto? Suonano a martello?».
 «Forse...» «Ho paura...» «Credo che tuoni:
come faremo?» «Non lo so, fratello:
stammi vicino: stiamo in pace, buoni.»

 «Io parlo ancora, se tu sei contento.
Ricordi, quando per la serratura
veniva lume?» «Ed ora il lume è spento.»
«Anche a que' tempi noi s'avea paura:
si, ma non tanta.» «Or nulla ci conforta,
e siamo soli nella notte oscura».
«Essa era là, di là di quella porta;
e se n'udiva un mormorio fugace,
di quando in quando.» «Ed or la mamma è morta.»
«Ricordi? Allora non si stava in pace
tanto, fra noi...» «Noi siamo ora più buoni...»
«Ora che non c'è più chi si compiace
di noi...» «che non c'è più chi ci perdoni.»

Mentre tutti dormono racconta la storia opposta:
"Gli umani non lo vedono mai, ma sanno che c'è"
e quando c'è qualcuno che veglia su di noi,
allora dormiamo sereni.

domenica 24 aprile 2016

QUESTO POSSO FARLO

Satoe Tone, Kite Edizioni


ALL'OCCHIO: piccolo e quadrato.
Colorato, fiorito, sognante.
AL TATTO: liscio e fresco.


Primaverile,
anche se la primavera è iniziata da un po', 
e Pasquale,
anche se per gli auguri di Pasqua sono probabilmente un po' in ritardo, 
sono gli aggettivi con cui descriverei sinteticamente questo albo piccolo e prezioso
che alla Fiera di Bologna mi è stato autografato dall'autrice e illustratrice Satoe Tone.


Già alla prima lettura  è entrato nella lista degli albi preferiti,
causa forse la mia sindrome da
 uccellino dalla coda fiorita,
che non riesce proprio a stare al passo con i suoi fratelli (che non hanno la coda fiorita).
Tutti sono in grado di fare un sacco di cose. Lui no.
Non sa rompere il suo guscio, né prendere le bacche.
Mentre gli altri cantano, lui è stonato anche con gli strumenti musicali.


Ad un certo punto prova ad industriarsi e ad usare metodi alternativi,
non è tipo da arrendersi facilmente!


Ma anche in questo modo non riesce a concludere nulla con successo...
Il pallone a forma di cocomero con cui finalmente vola si sgonfia
e lo lascia solo, a terra.


Proprio mentre si rattrista, pensando alla sua incapacità,
ecco che incontra dei fiori smarriti:

"I nostri bambini stanno per nascere e non abbiamo un posto dove stare..."
"Se vi va, potete stare da me."


Passa il vento che soffia.
Passa il sole che scotta.
Passa la pioggia che bagna e la neve che gela.
E quando arriva la primavera...


L'uccellino dalla coda fiorita è cambiato, è un'altra cosa:
è fiorito!

Mi ricorda molto una canzone a cui sono affezionata fin da piccola:

Placido si chiamava, altro io non so
era un buono a nulla, ma santo diventò.

Ho letto e visto alcune interviste a Satoe:
racconta come questo libro nasca dalla sua esperienza personale,
è un immaginario fantastico, ma parte da alcune esperienze vissute da lei.
Per saperne di più rimando al blog Scaffale Basso
che dedica il mese di aprile proprio a questa bravissima illustratrice.

mercoledì 6 aprile 2016

BOLOGNA CHILDREN'S BOOK FAIR


Il corso di perfezionamento che sto frequentando presso l'università di Padova, 
Letteratura per l'infanzia, illustrazione, editoria: per una pedagogia della lettura,
mi ha dato l'occasione di partecipare per la prima volta alla fiera di Bologna!

The Illustretors Wall

Ho deciso di dedicare la maggior parte della giornata "vagando" 
per gli stand e per la grande libreria internazionale, 
così da visitare gli editori conosciuti e scoprirne le novità,
 poter ammirare pagina dopo pagina i volumi visti solo sui cataloghi e sui siti
e curiosare tra i libri sconosciuti e gli stand stranieri.


Ho finalmente potuto sfogliare tanti albi francesi,
ma sono rimasta molto colpita anche da libri provenienti da
Giappone e Corea: soprattutto quelli più semplici, 
dedicati a piante, ai fiori, alle fragole e al riso.


Uno stand coreano è riuscito a farmi letteralmente saltare dentro un albo illustrato, 
tramite occhiali 3D, una stanza apposita e nuove tecnologie.


La sorpresa più bella (e imprevista) è stata incontrare
l'illustratrice giapponese Satoe Tone, che ora lavora e vive a Milano.
Dedicava i suoi libri presso lo stand di Kite edizioni: 
doveva fermarsi solo fino alle 16, ma è stata tanto carina da restare di più
(solo così sono riuscita a farmi firmare il suo libro: Questo posso farlo),
e quando sono passata nuovamente davanti allo stand alle 17, 
era ancora lì con una lunga fila di persone che le portavano i volumi da dedicare!


Durante la Fiera sono molti gli incontri e i meeting proposti, 
ma potendo partecipare un giorno solo ho scelto di non riempire il tempo con troppi convegni,
per girare meglio e cercare di capire e imparare cosa sia questo importante evento.
Non ho però rinunciato a seguire Anna Castagnoli nella guida alla 
Bologna Illustrators Exhibition ed è stato davvero un bene:
Anna ha spiegato in cosa consiste la mostra e la selezione delle opere, 
cosa distingue una illustrazione per ragazzi da altri 
tipi di illustrazione, quali scelte è bene fare quando si illustra per un albo...
E' stato bello essere guidati da chi conosce e ama insegnare.


Qui si possono trovare alcune immagini della mostra!

mercoledì 16 marzo 2016

ALBI DAL GIAPPONE

Ho sfogliato tre albi provenienti direttamente dal Giappone:
purtroppo non ho potuto capire gli ideogrammi
ma tutti i libri sembrano narrare la storia di un viaggio.


Il primo è di Kazuo Iwamuri e
protagonista è la famiglia Topini,
di cui Babalibri ha pubblicato alcune avventure in italiano.


I paesaggi illustrati sono meravigliosi,
fiori e vegetazione particolari e delicati.


Alcune specie risultano sconosciute 
a noi occidentali.


Le sottili lettere giapponesi completano in modo bellissimo 
le grandi immagini sovrastanti.


Lo stile degli altri due libri si scosta molto
 dalle illustrazioni di Kazuo Iwamuri.


Quello più piccolo, con una volpe e delle biciclette,
 è acquarellato, i personaggi e i paesaggi 
fuoriescono da leggere macchie di colore.


I contorni e i particolari non sono dettagliati, 
ma semplici e abbozzati.


Il terzo albo possiede, invece, un'ambientazione notturna,
scura e rarefatta dalle tenebre.


Un piccolo riccio, con il suo fagotto, deve essersi perso
e dalla sua espressione ne possiamo intuire la paura e la solitudine.


Incontra tanti animali diversi, 
in una notte a tratti nebbiosa.


Nonostante le grosse differenze 
la delicatezza e l'armonia 
di queste figure è una costante nei tre volumi giapponesi.


mercoledì 17 febbraio 2016

NEL PAESE DEI MOSTRI SELVAGGI

Maurice Sendak, Babalibri


ALL'OCCHIO: meraviglioso, antico e nuovo.
Alcune immagini sono incorniciate da bande bianche,
altre illustrazioni occupano pagine intere.
AL TATTO: copertina liscia e fresca, pagine spesse.


E' uno degli albi più conosciuti e amati del mondo
e a me ha sempre portato alla mente quello che succede a carnevale:
è bello giocare ai travestimenti,
ma non vi è mai successo di sentirvi tristi
dopo un po' che fingete di essere qualcun altro?


Max quella sera si mette il costume da lupo e ne combina di tutti i colori
e anche peggio,


Quando la mamma lo chiama mostro selvaggio
lui le risponde che l'avrebbe sbranata:
è così che si ritrova in castigo, a letto senza cena!


Nella sua camera quella sera comincia a nascere una foresta
e si forma persino un mare, su cui Max si mette a navigare
e naviga per mesi e mesi, poco più di un anno...
Quella sera il lupo Max è ormai davvero lontano da casa.


Incontrare i mostri selvaggi, diventarne il re,
ululare alla luna, arrampicarsi sugli alberi, 
festeggiare, attaccare la ridda selvaggia...

"Ora basta!"
Max caccia i mostri selvaggi a letto senza cena.


Il re si sente solo e triste
"desiderò di essere in un posto dove c'era qualcuno che lo amava
più di ogni altra cosa al mondo".
Ci mette tanto a tornare a casa, inseguendo un profumino di cose buone da mangiare...
La mamma, che lo ama più di ogni altra cosa al mondo,
gli ha lasciato la cena ad aspettarlo.