sembra un collage fatto con i caratteri ritagliati dai fogli di giornale.
AL TATTO: bellissimo accarezzarne la copertina,
il titolo e il ritratto del protagonista sono stampati in rilievo.
La prima volta che mi sono imbattuta in questo albo mi trovavo in libreria con Valentina.
Mi ha colpito subito per la sua dimensione
(ho un debole per i libri grandi)
e così ho iniziato a sfogliarlo.
E' sorprendente perché da un libro sulle parole
non ti aspetti che siano le immagini a farla da padrone:
i disegni occupano intere pagine, sono geometrici, nostalgici,
li definirei poetici.
E' sorprendente perché da un libro per bambini
non ti aspetti che usi anche parole 'difficili' e non comuni.
L'autrice scrive che il piccolo ladro esce con il suo armamentario;
che gli abitanti sono illuminati dal chiarore delle lampade;
che i due amici esplorano gli angoli più remoti del bosco.
E' sorprendente perché da un libro così
non ti aspetti che ti faccia riflettere sull'importanza delle parole,
sul peso che possono avere,
sulla magia che possono trasmettere.
Da quando ho letto questo libro, a volte, nelle mie giornate
questo pensiero ritorna:
se c'è un piccolo ladro di parole
è perché le parole sono un tesoro,
e allora vale la pena non sprecarlo.
MARIAisabella
Un albo che non conoscevo e che in libreria mi è rimasto appiccicato alle mani...meraviglioso!
RispondiEliminaSono Marzia e amo gli albi illustrati...come tutta la letteratura per l'infanzia , che è letteratura. E il commento precedente mi è proprio sfuggito.
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